Un’operazione coordinata dalle forze dell’ordine di tutto il territorio Italia ha eseguito un’ordinanza del tribunale per la confisca di beni del valore approssimativo 400 milioni di euro (433 milioni di dollari) appartenente a un Operatore iGaming registrato a Malta. Questa azione fa seguito agli sforzi intensificati dell’Italia per contrastare tale fenomeno infiltrazione della criminalità organizzata nei settori dei giochi e delle scommesse on-line, frenando le operazioni di corruzione e riciclaggio.
La portata dell’organizzazione si estende a tutta Europa
Un’indagine internazionale ha rivelato i legami dell’operatore incriminato con a sofisticato sistema criminale impegnato nella gestione di operazioni di gioco d’azzardo online nel mercato nero. La sede dell’organizzazione era in Italia Regione regginama proiettò la sua influenza all’estero attraverso società con sedi in Malta, Romania, AustriaE Spagna. Tali operatori illegali possono essere molto dannosi, offrendo virtualmente zero tutela del cliente o tutele per il gioco d’azzardo responsabile.
L’operatore ha utilizzato un cosiddetto sistema “a cascata”, abilitato tramite contatti con organizzazioni criminali. Questi elementi hanno fornito protezione e contribuito a diffondere il marchio online, mentre le imprese locali hanno facilitato la raccolta illecita di proventi, di cui una parte è andata alle entità criminali. Questa disposizione era abituata riciclare somme ingenti e avrebbe continuato ad espandersi.
Il gruppo ha evitato di essere scoperto trasferendo la maggior parte dei proventi di attività illegali all’estero, eludere il fisco italiano. IL boss senza nome al centro dell’indagine ricopriva una posizione di rilievo nella società maltese. Tuttavia, l’operatore si è rivolto principalmente al mercato italiano tramite prese multiple dedicato alle scommesse e ai giochi d’azzardo, oscurandone il coinvolgimento.
Le società di gioco d’azzardo rimangono vulnerabili all’influenza criminale
Le autorità hanno appreso di questa organizzazione dopo un’indagine sui collegamenti tra imprese e criminalità organizzata ha rivelato che il boss del crimine al centro dell’operazione possedeva beni che lo facevano non in linea con il reddito dichiarato. Questa discrepanza ha consentito alla corte di emettere a mandato di sequestro sui beni del sospettato, seguito da un secondo ordine di sequestro di tutti i beni legati a tre società di iGaming collegate.
Il valore complessivo stimato dei beni sequestrati ammonta a circa 400 milioni di euro. Lo ha deciso anche il tribunale sorveglianza speciale dell’indagato per due anni e mezzo, intimandogli di non uscire dal suo Comune. Questo sviluppo evidenzia a successo fondamentale per la Guardia di finanza e la Procura italiana poiché gli operatori colpevoli non costituiranno più una minaccia per la sicurezza degli europei.
Il settore dei giochi e delle scommesse online, spesso suscettibile infiltrazioni criminali e riciclaggio di denaro, continua ad essere sottoposto a controllo mentre le forze dell’ordine lavorano diligentemente per frenare la corruzione. Le autorità italiane hanno una notevole esperienza nello scoprire i reati legati al gioco d’azzardo, ma il portata estesa di tali reti illegali rende difficile un progresso duraturo. Si spera che l’indagine fornisca prova sufficiente prendere di mira altre imprese simili prima che possano causare gravi danni.