La guerra tra Russia e Ucraina sta avendo ripercussioni anche sul gioco d’azzardo. Recentemente la Malta Gaming Authority ha emesso una nota in cui ricorda ai propri licenziatari di interrompere qualsiasi transazione, congelare i beni e informare il Sanctions Monitoring Board di tutti i clienti i cui fondi potrebbero provenire da fonti russe. Ė stato anche richiesto un ulteriore screening sui rapporti commerciali fin qui intercorsi per comprendere quali dei possibili clienti abbiano a che fare con la Russia.
Quasi in contemporanea anche la Gambling Commission, autorità di regolamentazione del gioco britannico, ha emanato una nota simile nella quale ordina agli operatori di aumentare le loro disposizioni di sicurezza in materia di antiriciclaggio e finanziamento al terrorismo per non correre il rischio di trattare con clienti e giurisdizioni sanzionate. Se un operatore dovesse trovarsi a violare tale disposizione rischierebbe un’azione esecutiva per violazione del Sanctions and Anti-Money Laundering Act 2018.
Russia: il gambling si smarca
Non solo le autorità di vigilanza, ma gli stessi operatori stanno agendo contro la Russia. LeoVegas, uno dei maggiori operatori di Gambling, ha deciso di non raccogliere scommesse sullo sport russo e ha inviato 500.000 SEK ($ 51.000) alla Croce Rossa Ucraina. Anche Bet365 ha interrotto ogni operazione in Russia mentre Entain, la holding britannica proprietaria di Bwin, ha deciso di sospendere le operazioni del bookmaker austriaco presente a Mosca.
Identica la strada seguita da Pokerstars che, attraverso un tweet sul proprio profilo ufficiale, ha annunciato l’interruzione di ogni tipo di attività in Russia. Quest’ultima dismissione ha conseguenze pesanti a livello economico sia per la piattaforma, che per i giocatori professionisti russi. Parliamo di una delle poche società di poker che opera in maniera legale in Russia grazie alla partnership con il Casinò di Sochi e per questo motivo proprtio i russi compongono una grossa fetta di mercato per PokerStars, compresi molti giocatori professionisti che ora si vedranno privati di una fetta importante di reddito.
La decisione dei casinò non AAMS
La situazione relativa al gioco d’azzardo in Russia non è fluida come sembrerebbe. Se, come abbiamo visto, molti operatori si sono smarcati, la maggior parte continua comunque a operare sul suolo russo e a offrire i propri servizi. Ė questo il caso di molti casinò non AAMS, come ad esempio Sportaza. Quest’ultimo continua a presentare nei suoi palinsesti i mercati relativi agli sport russi. La scelta è anche dettata da una convenienza economica dato che proprio in Russia questo book ha i suoi maggiori iscritti, così come 1bet, un altro sito che nel Paese di Putin va per la maggiore.
Quella delle dismissioni dalla Russia non è una scelta facile da compiere perchè diverse multinazionali occidentali hanno investito proprio nel mercato russo. Il motivo di tale scelta è presto spiegato: i giocatori russi non si fidano dei bookmakers nazionali (che godono di brutta fama in quanto molti di questi sono controllati dalla mafia russa). Per questo motivo preferiscono scommettere su piattaforme straniere. Operatori come Rabona, Slot10 e 18bet proprio dalla Russia ottengono gran parte dei loro introiti. Al momento nessuno vieta loro di continuare a offrire i loro servizi sul territorio russo. Tuttavia, se la situazione dovesse degenerare ulteriormente potrebbero essere loro stessi a non giudicare più conveniente investire in un mercato che si avvicina sempre più velocemente al rischio default.